11 Agosto 2011.
Partiamo presto per questa lungo giornata di cammino, sembra impossibile ma i paesaggi sono sempre più spettacolari, i colori quasi impossibili.
Partiamo presto per questa lungo giornata di cammino, sembra impossibile ma i paesaggi sono sempre più spettacolari, i colori quasi impossibili.
Verso Yara
Lasciamo dopo poco la strada per Tsarang, se non fosse possibile attraversare il guado e proseguire sulla riva sinistra questa sarà la nostra possibile meta; ci facciamo il nostro passo a 4.000 m. quotidiano, la strada è abbastanza lunga e faticosa; arriviamo infine a vedere il Kali Gandaki sotto di noi, ci attende una discesa vertiginosa, 600 m in pochissimo tempo che speriamo di non dover fare in salita :-). Risaliamo il Puv Khola affluente di sinistra del Kali Gandaki per arrivare a Yara
Risalendo il Puv Kola
Pare molto chiaro che Yara non è sulla rotta della maggior parte dei trekking che invece salgono e ritornano lungo lo stesso lato del fiume (se venite da queste parti dovete fare l'anello completo). La sistemazione è molto basic ma non invidiamo il gruppo di francesi molto più organizzati di noi e che si accampa in cortile. Quasi tutte le notti piove ed è un bene perché così ci salviamo dalla polvere lungo il cammino ma non è certo l'ideale per chi sta in tenda. Il gruppo francese con muli, cavalli, cuochi e portatori prosegue lungo il nostro percorso e la loro guida ci dice che guaderanno il fiume; noi ci aggreghiamo confidando nella loro organizzazione. Avevamo pensato di andare a Lori Gompa oggi stesso ma non abbiamo il tempo la giornata è stata lunga e siamo stanchi, faremo sosta due notti qui per fare l'escursione.
La casa dove dormiamo deve essere stata in passato un monastero, noi dormiamo nel vecchio "monastero" una bella stanza accanto alla cucina con le pareti completamente affrescate, un altare buddista con le foto del Dalai Lama e del Sakya Trinzin (capi delle due maggiori correnti di buddismo tibetano), le offerte, le coppette con l'acqua e le candele. Ancora una volta ci sentiamo privilegiati e non invidiamo i nostri amici attendati che stasera mangiano pizza; a noi tocca "purè" di pasta con formaggio forse di yak.
Una breve considerazione sulle differenze fra un viaggio fatto stando nelle cosiddette Tea House o fatto in tenda. Da un punto di vista generale il viaggio con le tende, più costoso perché necessita di muli, cuochi etc, sembra più confortevole e più garantito dal punto di vista igienico perché sia i cibi che piatti e posate sono forniti dall'organizzazione ma ci sono alcune cose che non mi piacciono; prima di tutto ci sono meno occasioni di un contatto più stretto con la popolazione locale, dormendo nelle loro case possiamo vedere come vivono loro e alla fine un po' dei nostri soldi rimangano qui e non vanno tutti nelle tasche dell'organizzatore e poi il cibo locale anche se più povero non è affatto male anche perché il gruppi organizzati tendono a mangiare cibi simil-occidentali che non stimolano il mio appetito. Voto decisamente per la sistemazione in case locali !
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