Ci addentriamo nel Mustang

7 Agosto 2011.
Oggi lasciamo la strada lungo il fiume e ci addentriamo fra le montagne. La catena dell'Himalaya (In sanscrito, Himalaya significa la Dimora delle Nevi Eterne) è una delle più recenti sul nostro pianeta e l'erosione ha degli effetti spettacolari, si vede che sono montagne "giovani" e in effetti stanno ancora crescendo di qualche millimetro l'anno. L'erosione comporta che ogni piccolo o grande corso d'acqua scava profondi canyon che a volte possiamo superare scendendo e risalendo dall'altra parte, altre volte invece dei ponti sospesi permettono di andare da una parte all'altra.

Ponte sospeso su un canyon

Il paesaggio è spesso semidesertico ma ogni volta che ci si avvicina ad un villaggio vediamo una macchia verde di campi coltivati che garantiscono la sopravvivenza agli abitanti e che sono circondati da un muro per impedire agli animali (mucche e capre) di entrare.

La zona coltivata è recintata

La giornata è faticosa, dovrebbe essere il giorno di acclimatazione sopra i 3.000 metri, ma ci attendono tre passi intorno ai 4.000, per fortuna a metà cammino ci fermiamo a pranzo in una casa isolata dove fanno da mangiare per i viaggiatori.

Il nostro pranzo in preparazione

Un pasto caldo, un the e un po' di relax e siamo pronti per ripartire. Ad ogni passo troviamo un mucchio di pietre a cui ogni viaggiatore ne aggiunge una per buona fortuna, sormontato da bandiere di preghiera tibetane.

Il passo

Siamo un po' stanchi, la giornata è stata lunga ma siamo arrivati, i campi fioriti di grano saraceno ci annunciano che il villaggio Gheling è a pochi minuti di distanza.






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